Ivan e Max decisero di avvicinarsi all'obbiettivo, usando un avanzamento tattico; tale avvicinamento prevedeva di coprire i 360 gradi della loro visuale. Si disposero, schiena contro schiena, ed avanzarono in modo che ognuno di loro potesse avere una visuale di180 gradi, ed evitare sorprese che potessero arrivare, sia dai morti, sia dai probabili vivi che stavano cercando.
L'ambiente in cui si muovevano era il tipico ambiente periferico della provincia di Varese; al limitare delle costruzioni, c'erano campi coltivati intervallati da boscaglia. Ivan e Max si muovevano al limite del bosco, per essere pronti, all'occorrenza di potersi nascondere. Questo percorso, allungava di molto la strada verso l'obiettivo, ma lo meno rendeva il viaggio, almeno teoricamente, più sicuro e meno visibile.
Quando furono nei pressi della provinciale che collega Busto a Castellanza, Ivan alle sue spalle avverti due sbuffi, tsuuu tsuuu, in rapida successione.
Girandosi di scatto e assumendo la posizione di tiro in ginocchio, per ridurre la sagoma del suo corpo all'eventuale nemico, punto la sua arma in direzione del rumore. Vide Max che alzando il braccio al cielo diceva:
"cazzo, funzionano, sti silenziatori funzionano; MacGyver mi fa una pippa", ed esultava come se avesse segnato un goal nella finale di coppa del mondo.
Ivan un po' a capire cosa fosse successo; vide a circa 10 metri da lui due corpi a terra. Si avvicinò e constatò che si trattava di due mostri, un uomo ed una donna, con un buco al centro della fronte.
"Ma sei scemo" esclamò avvicinandosi a Max, "quando cazzo volevi avvisarmi che avevamo alle spalle quelle bestie? quando ci mordevano le chiappe?".
"Dai non fare la donnetta, sono usciti dal bosco tre minuti fa, li ho solo fatti avvicinare a distanza di tiro" sbruffo Max infastidito.
"Se i tuoi silenziatori non funzionavano? siamo a circa 500 mt. dal deposito, ci potevano sentire, brutta testa di cazzo" insistette Ivan e prosegui: "oltre al fatto che ormai siamo in città e qui di morti ce ne sono una infinità, ce li saremmo tirati tutti dietro, se si fosse sentito il botto".
"Dammi tregua, è da tanto che non mi esercito al tiro, ed ero sicuro che i silenziatori avrebbero funzionato " insistette Max, poi dando un leggero buffetto alla spalla di Ivan continuò "però visto che mira, due buchi in fronte a 10 mt. Con un po' di esercizio posso beccare le palle di una mosca in volo". E si lasciò andare in una fragorosa quanto genuina risata.
Scuotendo la testa e sorridendo di rimando Ivan disse "tu sei tutto scemo. Ma tutti io li trovo..".
"Senti MecGyver vai a vedere se ce ne sono altri, io nel frattempo mi guardo in giro e decido la strada da fare. Oh non fare cazzate e non ti allontanare troppo".
"Ok Capo di sto cazzo, vado; tu cerca di trovare una strada breve, perché mi sono rotto le palle di camminare ok?!". Max si girò e cominciò a camminare in direzione dei due corpi.
Quella zona Ivan non la conosceva benissimo, poiché le sua vecchia casa era situata dall'altra parte della città, tuttavia ci passava spesso in auto, quando era solito, con la famiglia, andare al centro commerciale situato in una cittadina situata su quella strada. Sapeva che dovevano percorrere la provinciale senza copertura per un pò, per poi infilarsi nelle stradine dietro al deposito dei monopoli.
Il deposito era una solida costruzione eretto nel ventennio fascista, in pietra con un maestoso portone d'ingresso; le finestre erano situate tutte a tre metri da terra; la forma esterna era rettangolare, di circa 30 metri per 12, e l'altezza era di 5 piani. Non aveva la mini idea ci come fosse fatto l'interno.
Riteneva pertanto, che fosse meglio salire su uno dei moderni palazzi altri 6-7 piani che si trovavano nei dintorni del deposito ed osservare. Sperava di non incontrare, lungo la strada, ne vivi ne morti. Pensò che Dio era in debito con lui, e che era ora che iniziasse a sdebitarsi.
Ritornò Max, tirando per il braccio Ivan disse: "Togliamo le tende amico, a circa 400 mt, ci sono una ventina di quei mostri, che avanzano nella nostra direzione, non sembra che cerchino noi, ma non ci scommetterei la vita; Voglio mettere un pò di strada tra noi e loro forza".
giovedì 31 ottobre 2013
martedì 29 ottobre 2013
CROCIFISSO 4
Il viaggio verso l'obbiettivo si è svolto senza problemi, solo poco mostri ma che i due hanno potuto aggirare senza intoppi.
Arrivati all'altezza della vecchia fabbrica petrolchimica di Castellanza, Ivan e Max decidono di nascondere il mezzo e proseguire a piedi. Non volevano certo rischiare di essere visti da qualche vedetta, casomai Macchiavelli non avesse fumato della "maria" poco buona.
"Senti Ivan perché non ci avviciniamo di più all'obbiettivo?" chiese Max, sconsolato.
"Perché se non sono stupidi, e non lo sono visto che sono sopravvissuti fino ad ora, una cazzo di vedetta la hanno certamente. Anche solo per monitorare i mostri nei loro movimenti", rispose Ivan seccato.
"E quindi pensi che ci siano quelle cose i giro?", riprese Max.
"Max, ma tu ci sei nato, o hai studiato per essere così coglione?" Chiese Ivan disegnando sul volto un sorriso a 32 denti; proseguì "credi che siamo nel paese delle meraviglie? Ancora non hai notato che, ovunque ci sia un uomo, quei fottuti mostri sono presenti? Cazzo sembra che sentano la nostra puzza". Concluse guardando la strada di fronte a se.
"Bene, questo volevo sentire", disse Max tirando fuori dallo zaino, due cilindri neri di circa 15 cm;
"E quelli? Che roba è? ...... Aspetta non dirmi che sono due silenziatori!? .... E dove cazzo li hai rubati?" Esclamò Ivan guardando Max, sul cui volto si era dipinto un sorriso soddisfatto e sornione.
"Li ho fatti io" si vantò Max
"Si certo, ed io sono vergine e fascista" lo schernì Ivan. Max lo guardava deluso e ferito; Ivan conoscendo quello sguardo proseguì "ma dai Max, so che sei stato un NOCS, che sei un artificiere e che ti arrampichi come l'uomo ragno, ma non mi hai mai detto che eri anche un armaiolo";
"È certo che non lo dico! Sai dove finisco se Macchiavelli sapesse che sono armaiolo? ..... Finirei filato a curare, pulire e riparare le armi; mi scorderei le missioni fuori! Forse sono l'unico armaiolo ancora in vita..... Sarei un bene inestimabile, e porca puttana sono ancora giovane per la pensione, per cui fatti i cazzi tuoi e non fiatare con nessuno in merito a questo nostro segreto".
"Ok tranquillo, sarò una tomba; però non fare lo sceriffo, spara solo se necessario, le pallottole valgono più dell'oro, visto che è un prodotto che andrà ad esaurirsi. Dai, basta dire stronzate e muoviamo il culo. ... Socio, Sicut Nox Silentes" disse Ivan mettendosi in cammino.
"Sicut Nox Silentes" rispose Max seguendolo.
Arrivati all'altezza della vecchia fabbrica petrolchimica di Castellanza, Ivan e Max decidono di nascondere il mezzo e proseguire a piedi. Non volevano certo rischiare di essere visti da qualche vedetta, casomai Macchiavelli non avesse fumato della "maria" poco buona.
"Senti Ivan perché non ci avviciniamo di più all'obbiettivo?" chiese Max, sconsolato.
"Perché se non sono stupidi, e non lo sono visto che sono sopravvissuti fino ad ora, una cazzo di vedetta la hanno certamente. Anche solo per monitorare i mostri nei loro movimenti", rispose Ivan seccato.
"E quindi pensi che ci siano quelle cose i giro?", riprese Max.
"Max, ma tu ci sei nato, o hai studiato per essere così coglione?" Chiese Ivan disegnando sul volto un sorriso a 32 denti; proseguì "credi che siamo nel paese delle meraviglie? Ancora non hai notato che, ovunque ci sia un uomo, quei fottuti mostri sono presenti? Cazzo sembra che sentano la nostra puzza". Concluse guardando la strada di fronte a se.
"Bene, questo volevo sentire", disse Max tirando fuori dallo zaino, due cilindri neri di circa 15 cm;
"E quelli? Che roba è? ...... Aspetta non dirmi che sono due silenziatori!? .... E dove cazzo li hai rubati?" Esclamò Ivan guardando Max, sul cui volto si era dipinto un sorriso soddisfatto e sornione.
"Li ho fatti io" si vantò Max
"Si certo, ed io sono vergine e fascista" lo schernì Ivan. Max lo guardava deluso e ferito; Ivan conoscendo quello sguardo proseguì "ma dai Max, so che sei stato un NOCS, che sei un artificiere e che ti arrampichi come l'uomo ragno, ma non mi hai mai detto che eri anche un armaiolo";
"È certo che non lo dico! Sai dove finisco se Macchiavelli sapesse che sono armaiolo? ..... Finirei filato a curare, pulire e riparare le armi; mi scorderei le missioni fuori! Forse sono l'unico armaiolo ancora in vita..... Sarei un bene inestimabile, e porca puttana sono ancora giovane per la pensione, per cui fatti i cazzi tuoi e non fiatare con nessuno in merito a questo nostro segreto".
"Ok tranquillo, sarò una tomba; però non fare lo sceriffo, spara solo se necessario, le pallottole valgono più dell'oro, visto che è un prodotto che andrà ad esaurirsi. Dai, basta dire stronzate e muoviamo il culo. ... Socio, Sicut Nox Silentes" disse Ivan mettendosi in cammino.
"Sicut Nox Silentes" rispose Max seguendolo.
lunedì 28 ottobre 2013
CROCIFISSO 3
Ivan e Max, uscirono dall'ufficio del comandante, e si avviarono verso i mezzi. Avevano intenzione di partire subito. La loro zona era distante una 30 di km ed era situata nella zona semicentrale della Città. Per arrivarci senza farsi notare dovevano allungare di circa altri 30 Km, in modo da non dover entrare in città e attraversarla da ovest ad est.
Ivan conosceva bene la zona, infatti quando il mondo era normale, e tutto questa nuova realtà era solo letteratura di film horror, lui viveva a Busto Arsizio. Quando era un semplice poliziotto, in quella città era radicata la sua vita.
Cazzo Max, quella stronza ci manda in bocca ai lupi. Arrivare li e non farsi vedere è un casino, e se ci sono mostri nella zona, non riusciremo a nasconderci come si deve. Porca puttana! era meglio se ci fucilava. Disse Ivan irritato e pensieroso. La sua mente era ritornata, senza il suo consapevole volere, ad una vita spensierata; rivedeva la sua famiglia, una moglie bellissima, premurosa e due figli stupendi, un maschio ed una femmina di 8 e 9 anni, alle prese con la scuola, lo sport e la danza. Riviveva tutto il chiasso che aveva in casa, quando rientrava dal lavoro, le liti infantili tra di loro, i capricci della sua principessa. Sensazioni impresse nella sua anima, stampate a fuoco nel suo cuore.
Cazzo Ivan - lo rimproverò Max - mi fai paura quando ti perdi così improvvisamente.
Lascia stare Max, niente di cui preoccuparsi e niente che non sa in grado di gestire. Forza prepariamo l'attrezzatura e andiamo a fare i piccoli esploratori.
Ivan conosceva bene la zona, infatti quando il mondo era normale, e tutto questa nuova realtà era solo letteratura di film horror, lui viveva a Busto Arsizio. Quando era un semplice poliziotto, in quella città era radicata la sua vita.
Cazzo Max, quella stronza ci manda in bocca ai lupi. Arrivare li e non farsi vedere è un casino, e se ci sono mostri nella zona, non riusciremo a nasconderci come si deve. Porca puttana! era meglio se ci fucilava. Disse Ivan irritato e pensieroso. La sua mente era ritornata, senza il suo consapevole volere, ad una vita spensierata; rivedeva la sua famiglia, una moglie bellissima, premurosa e due figli stupendi, un maschio ed una femmina di 8 e 9 anni, alle prese con la scuola, lo sport e la danza. Riviveva tutto il chiasso che aveva in casa, quando rientrava dal lavoro, le liti infantili tra di loro, i capricci della sua principessa. Sensazioni impresse nella sua anima, stampate a fuoco nel suo cuore.
Cazzo Ivan - lo rimproverò Max - mi fai paura quando ti perdi così improvvisamente.
Lascia stare Max, niente di cui preoccuparsi e niente che non sa in grado di gestire. Forza prepariamo l'attrezzatura e andiamo a fare i piccoli esploratori.
CROCIFISSO 2
Ivan, Macchiavelli ci vuole a rapporto. Disse Alex entrando di corsa nella stanza che Ivan usava come giaciglio.
Me e te? Rispose Ivan
No tutta la squadra; dice che dobbiamo uscireper una missione. Replicò Alex tutto eccitato.
Cazzo, neanche quando sono punito ai cessi posso starmene tranquillo; disse Ivan sospirando.
La squadra, dieci persone, si presentò dal comandante, curiosa di sapere cosa aveva intenzione di fare Macchiavelli.
Il comandante, li squadrò in volto uno alla volta, e quando arrivò ad incrociare lo sguardo di Ivan si soffermò per qualche secondo in più, ricordandogli, come se fossa dotata di telepatia e con la severità dei suoi occhi, che la minaccia fatta, nei giorni precedenti non era stata dimenticata ma, anzi, ora più che mai era confermata e quasi promessa.
Ieri, disse in tono neutro, abbiamo intercettato per caso, comunicazioni via radio, di esseri umani. La comunicazione era disturbata, e faceva riferimento a prede da catturare, che erano nascoste nella città di Busto Arsizio. Si parlava di femmine e bambini, con un piccolo numero di elementi maschili. Ovviamente, riteniamo che possa trattarsi di sopravvisuti nascosti da qualche parte in Busto.Tuttavia, non potendo escludere che possano essere infetti, o peggio ancora ostili, la vostra missione sarà quella di andare in perlustrazione, per osservare e quantificare. Ogni contatto con i soggetti è vietato, ripeto è vietato - rimarcò Macchiavelli guardando Ivan -.
La presenza dei mostri, stando a quanto intercettato, è modesta, ercui non dovreste avere contatti. Ovviamente in caso di necessità, sganciatevi e ritornate alla base. L'uso delle armi è consentito solo in caso di reale necessità.
Detto questo, li congedò, dando loro la zona di perlustrazione. Aveva diviso il territorio di Busto Arsizio in 5 settori. A Ivan e Max Toccò la zona del deposito dei Monopoli.
Me e te? Rispose Ivan
No tutta la squadra; dice che dobbiamo uscireper una missione. Replicò Alex tutto eccitato.
Cazzo, neanche quando sono punito ai cessi posso starmene tranquillo; disse Ivan sospirando.
La squadra, dieci persone, si presentò dal comandante, curiosa di sapere cosa aveva intenzione di fare Macchiavelli.
Il comandante, li squadrò in volto uno alla volta, e quando arrivò ad incrociare lo sguardo di Ivan si soffermò per qualche secondo in più, ricordandogli, come se fossa dotata di telepatia e con la severità dei suoi occhi, che la minaccia fatta, nei giorni precedenti non era stata dimenticata ma, anzi, ora più che mai era confermata e quasi promessa.
Ieri, disse in tono neutro, abbiamo intercettato per caso, comunicazioni via radio, di esseri umani. La comunicazione era disturbata, e faceva riferimento a prede da catturare, che erano nascoste nella città di Busto Arsizio. Si parlava di femmine e bambini, con un piccolo numero di elementi maschili. Ovviamente, riteniamo che possa trattarsi di sopravvisuti nascosti da qualche parte in Busto.Tuttavia, non potendo escludere che possano essere infetti, o peggio ancora ostili, la vostra missione sarà quella di andare in perlustrazione, per osservare e quantificare. Ogni contatto con i soggetti è vietato, ripeto è vietato - rimarcò Macchiavelli guardando Ivan -.
La presenza dei mostri, stando a quanto intercettato, è modesta, ercui non dovreste avere contatti. Ovviamente in caso di necessità, sganciatevi e ritornate alla base. L'uso delle armi è consentito solo in caso di reale necessità.
Detto questo, li congedò, dando loro la zona di perlustrazione. Aveva diviso il territorio di Busto Arsizio in 5 settori. A Ivan e Max Toccò la zona del deposito dei Monopoli.
CROCIFISSO
Il sonno era stato come sempre agitato, non riposante; gli incubi, ormai parte della sua vita, lo lasciavano senza fiato. Sempre sognava di essere circondato dalle creature, che bramavano le sue carni, spalancando le fauci pronti a ghermirlo e assaporare tutta la vita che scorre nelle sue vene, nei suoi organi, pompato da un cuore che aumentava i battiti, impazzito, incontrollabile.
Ogni volta Ivan tentava di reaggire, di lottare per sfuggire ai loro denti, ma innevitabilmente le gambe diventavano pesanti, i movimenti lenti, le più semplici azioni difficoltose, la vista si annebbiava, il terrore aumentava.
Quando, sfinito, rinunciava alla lotta e si abbandonava ad una atroce fine, disperato per aver rinunciato a lottare, si svegliava con un urlo, tutto fradicio di sudore, col cuore ch pompava a mille.
Queste erano le sue notti, i suoi riposi. Gli incubi, oramai, erano parte di lui.
Ogni volta Ivan tentava di reaggire, di lottare per sfuggire ai loro denti, ma innevitabilmente le gambe diventavano pesanti, i movimenti lenti, le più semplici azioni difficoltose, la vista si annebbiava, il terrore aumentava.
Quando, sfinito, rinunciava alla lotta e si abbandonava ad una atroce fine, disperato per aver rinunciato a lottare, si svegliava con un urlo, tutto fradicio di sudore, col cuore ch pompava a mille.
Queste erano le sue notti, i suoi riposi. Gli incubi, oramai, erano parte di lui.
mercoledì 23 ottobre 2013
Comunicazione
Forza ragazzi, chiunque legga. Ditemi qualcosa, criticatemi fatemi capire se sono in grado di andare avanti.
Macchiavelli (2)
A quella affermazione di Ivan, il comandante si incupì, e ritornando di nuovo fredda rispose:
- Esca da questo ufficio Assistente.
Ivan si girò e si avviò verso la porta. Mentre stava abbassando la maniglia per aprire la porta, senti Macchiavelli che disse:
- Sparisca improvvisamente un'altra volta, assistente, e le giuro che farò in modo che sia per causa mia, che il suo nome venga cancellato dall'elenco.
Ivan non credendo a ciò che aveva sentito, si girò per guardarla; il comandante continuò
- Credo di aver pagato abbastanza per la decisione che ho preso 6 anni fa, mi spiace, Dio solo sa quanto, ma non potevo fare diversamente. Non puoi farmela pagare in eterno. Disse con un tono così ferito e triste, che colpì, come una palla di cannone, il cuore di Ivan.
Vedendo il Macchiavelli così esposto e provato, Ivan voleva dire qualcosa, scusarsi, ma lei intuendo, forse, il suo pensiero continuò:
- Fuori di qui, immediatamente, e per un mese, sarai il nuovo custode dei bagni.
Ivan uscì, senza parole e perso nei pensieri si avviò verso il suo giaciglio; finalmente avrebbe riposato e forse, avrebbe rivisto in sogno, una vita che non esisteva più.
- Esca da questo ufficio Assistente.
Ivan si girò e si avviò verso la porta. Mentre stava abbassando la maniglia per aprire la porta, senti Macchiavelli che disse:
- Sparisca improvvisamente un'altra volta, assistente, e le giuro che farò in modo che sia per causa mia, che il suo nome venga cancellato dall'elenco.
Ivan non credendo a ciò che aveva sentito, si girò per guardarla; il comandante continuò
- Credo di aver pagato abbastanza per la decisione che ho preso 6 anni fa, mi spiace, Dio solo sa quanto, ma non potevo fare diversamente. Non puoi farmela pagare in eterno. Disse con un tono così ferito e triste, che colpì, come una palla di cannone, il cuore di Ivan.
Vedendo il Macchiavelli così esposto e provato, Ivan voleva dire qualcosa, scusarsi, ma lei intuendo, forse, il suo pensiero continuò:
- Fuori di qui, immediatamente, e per un mese, sarai il nuovo custode dei bagni.
Ivan uscì, senza parole e perso nei pensieri si avviò verso il suo giaciglio; finalmente avrebbe riposato e forse, avrebbe rivisto in sogno, una vita che non esisteva più.
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