martedì 3 dicembre 2013

ADDIO BASE

I tre prepararono l'attrezzatura da caricare sul mezzo che Eddie aveva detto loro essere un ariete. Max ed Ivan erano abbastanza contenti, perché erano convinti di moversi con il carro armato in dotazione all'esercito italiano. Quando arrivarono nei pressi del mezzo la loro soddisfazione convinzione svanì.



"Cazzo Eddie, ma questo secondo te è un ariete? ti sembra carro armato?" gridò Max lasciando cadere la cassa che reggeva in mano "questo è un lince un cazzo di lince ...".
"Minchia m'bare pisante si ... ariete, lince sempri animali sugno! Poi l'ho detto che non sono un militare, chi minchia ne sacciu io di ste robbe".
"Sempre animali un cazzo! tra un ariete e un lince ci sono almeno 50 t di differenza".
"Dai Max lascialo stare, lui è un esperto di informatica non uno stratega militare. E poi abbiamo a che fare con dei putrescenti zombie, non con un esercito invasore! Il lince va più che bene" intervenne Ivan.
"Max per favore carica il mezzo e controlla il carburante; Eddie controlla che tutto funzioni a dovere come sempre. Lasciamo la base sigillata, ci può tornare utile se siamo nella merda. Tra un'ora si parte".
"Da esperto dico che è meglio ritardare la partenza di almeno altre tre ore. L'alza bandiera è suonata due ore fa, la fuori ci saranno ancora zombie. Dovrebbero andare via tra un pò".
"Ok esperto, partireno tra due ore. La strada che dovremo fare non è sgombra e agevole, non voglio rimare fuori di notte, con poche armi, chiuso in una autoblindo".

I preparativi si conclusero senza intoppi. I tre portarono il lince nella piazza d'arme, vicino al portone d'ingresso. Max si arranpicò sul muro di cinta per capire quanti mostri ci fossero nelle vicinanze.
"Ivan ci sono cinque fottuti zombie qua fuori; mi spieghi come cazzo facciamo ad uscire?"
"Beh diciamo, Eddie guida, tu apri la porta ed io sparo. Poi il lince esce, io vi copro e tu chiudi la porta. Semplice!"
"Ma ... vabbè lasciamo stare" Max diede le spalle ad Ivan e alzando gli occhi cielo "Dio, ma io ti sto proprio sui coglioni? Cosa ti ho fatto per meritarmi questo? Non l'ho mica crocifisso io tuo figlio...".
"Esagerato, per aprire un porta te la prendi con Dio? Guarda che il lavoro grosso lo faccio io".

Al segnale Max aprì la porta; gli zombie attirati dal rumore del cancello, emisero un lamento sordo ed iniziarono a dirigersi verso l'entrata della base. Ivan sperava che si affacciassero nel varco al massimo due alla volta, avendo così il tempo di poter sparare con una certa tranquillità.
I primi due comparvero come il poliziotto si aspettava, le loro teste vennero colpite senza particolari problemi. Gli altri tre, invece, entrarono contemporanemente, ma qualcosa non andò secondo quanto sperato. Due si diressero verso Ivan, che si trovava in posizione di tiro in ginocchio, vicino alla parte anteriore del lince, mentre il terzo, invece, andò verso Max, il quale era nascosto vicino alla postazione del posto di guardia. Si era deciso che Max, per avere minore ingombro e più facilità di movimento, non fosse armato, ma avesse con se solo un coltello.
Lo zombi lo raggiunse. Max era in un vicolo cieco con le spalle al muro. Estrasse il coltello e si pose in posizione di difesa. Mentre lo zombie stava per attaccarlo, la sua testa esplose.
Ivan liberatosi dei due mostri che puntavano a lui, aiutò il suo socio.
"Vai Eddie! muovi il culo e porta quel mezzo fuori di qui. Max, ti pulirai le mutande dopo, ora sbrigati a chiudere sta cazzo di porta; io vado fuori per darti copertura".
Il tecnico uscì col mezzo, Ivan si pose in copertura e Max si apprestava a chiudere l'imponente cancello della base militare.

"Oh cazzo, oh cazzo! Max lascia stare la porta, sali sul mezzo sbrigati" urlò improvvisamente Ivan. Max si voltò per dire che mancavano pochi secondi per chiudere, quando vide a circa venti metri da loro uno sciame di zombie che si stava avvicinando.
"Merda" disse precipitandosi sul mezzo.
"Cristo santo Max, ma voi sbirri non sapete neanche contare? Avevi detto che erano solo cinque, quelli da dove sbucano?" chiese Eddie.
"Prima non c'erano giuro. Forse erano nascosti da quel fottuto cavalcavia! Ivan cazzo non li ho visti".
Lo sciame era ormai a cinque metri dal mezzo e si stavano aprendo a ventaglio. Ivan seduto al fianco di Eddie disse:
"Vai, Vai, Vai! se ci circondano siamo fottuti. Vai a destra mettili sotto se necessario".
Il mezzo scattò sfondando l'ala destra dello sciame. Investì in pieno alcuni zombi, ma riuscì a passare senza troppi problemi. Il rumore delle ossa che si rompevano sotto le ruote del lince, facevano rizzare i peli sulla pelle dei tre ma,tuttavia, nessuno disse una parola.
Il blindato imbocco l'autostrada e si diresse in direzione nord con lo sciame che, seppure in lontananza, si mise a seguirli.

"Eddie, rallenta, se danneggiamo il mezzo dovremo farcela a piedi e correre. Se ci ribarltiamo ci lasciamo le penne! li abbiamo seminati, quindi vai piano", disse Ivan rompendo il silenzio.
"Dove vado?"
"Esci a Solbiate Arno poi ti dico".
Max che fino a quel momento era stato in silenzio, con l'adrenalina in corpo che stava calando, disse:
"Abbiamo perso la base, cazzo non li ho visti Ivan mi dispiace".
"Tranquillo Max, l'importante è che non ci abbiano sbranato; lo sai che devi almeno una decina di birre a me e all'esperto qui presente vero?"
"Solo una decina? Col cazzo! ho perso il posto più sicuro probabilmente di tutto il nord Italia, perché uno non sa contare, e l'altro perché non ascolta gli esperti! Almeno tre cene e una mignotta mi dovete" disse Eddie esplodendo in una fragorosa risata.
"Tutto quello che vuoi amico mio ... tutto quello che vuoi", risposero i due associandosi alla risata.

"Senti esperto, credi che quello sciame ci seguirà fino alla nostra destinazione?" chiese Max.
"Beh penso che se non ci hanno a vista, dopo un paio di giorni, perderanno interesse".
"Pensi? non ne sei sicuro?"
"Piciotto, il tuo socio qui mi ha nominato esperto; io ho solo detto di aver letto molto, perché appassionato, di quello che fino a qualche anno fa era un genere horror, non materia universitaria".
"Max smettila, non rompergli i coglioni. Dagli tregua! Eddie, dimmi, cosa ti fa pensare che forse non ci seguiranno?"
"Senti, nella letteratura horror, almeno la più dominante, ci sono due correnti di pensiero. C'è la visione romeriana degli zombi, lenti, stupidi, che rispondono solo agli stimoli immediati, alla loro portata. Poi c'è la visione di altri autori, con zombie veloci, che sentono gli odori, determinati; quasi  intelligenti. Quelli che abbiamo visto mi sembrano più romeriani. Sono lenti, stupidi; come ti dicevo, sono semplici del tipo on-off, ti vedo ti mangio. 
Poi scusa, se ricordo bene le e-mail che abbiamo letto, tutto questo casino è nato dall'incrocio tra un fungo ed un parassita; io la ricerca sui due elemeti che compongono questo flagello l'ho fatta, ebbene lo scopo ultimo, sia del fungo, che del parassita, è quello di riprodursi, non di cercare le prede da infettare; aspettano che la potenziale vittima sia molto vicina per attaccarla. Ergo, se non ci vedono o sentono, non ci cercano. Almeno spero!".
"Visto Max, lo dicevo che era un esperto".
"A posto siamo! Macchiavelli ci sbrana questa volta. Se poi gli diciamo che abbiamo anche un esperto, prima ci scortica vivi".


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