lunedì 2 dicembre 2013

L'INIZIO DELLA FINE

Ivan era rimasto sveglio tutta la notte, i demoni dentro di lui non volevano concedergli tregua. Max, fresco e riposato dopo una notte finalmente riposante, lo raggiunse, vedendolo così conciato chiese: 
"che faccia... non hai dormito un cazzo vero?"

"No. Notte completamente in bianco. Chiudere gli occhi per me è diventato una insopportabile  tortura".
"Il solito incubo?"
"Già".
"Vuoi parlarne?";
"Non è il caso. Ti ringrazio davvero; non hai bisogno di aggiungere altri incubi a quelli che già stai vivendo... Mi passerà".
"Come vuoi, ma sappi che quando vorrai, io sono qui!".

I due si indirizzarono verso le camerate per svegliare Eddie, ma lo trovarono già desto, intento a leggere sul computer altri dati che era riuscito a recuperare.
"Allora esperto" esordì Ivan "altre mail da farci leggere?"
"Se ti vuoi annoiare prego!".
"Lascia stare, facci un riassunto che risparmiamo tempo"
"Mah, niente di che. I due amici si scambiano impressioni, parlano di calcio, donne. Il Capo di stato maggiore aggiorna, Sergio, circa gli ordini che i politici vogliono che lui emani all'esercito, restando sempre sul vago, usando espressioni tranquillizzanti. Ordini, che prevedono la quarantena di intere città, il sigillare istallazioni militari ritenute importanti; misure nei confronti della popolazione anche drastiche ed impensabili, vengono fatte passare per eccessive precauzioni, che mai troveranno piena attuazione; gli dice, di non preoccuparsi, che tali protocolli sono solo sulla carta, solo per essere pronti  ecc., ovviamente mentendo spudoratamente. Insomma, il perfetto copione per un film horror di serie B. Dalla lettura si comprende, anche, come chi deve dare gli ordini, come al solito, non capisce un cazzo. I politici sono interessati solo al consenso, al terrore di perderlo e non ascoltano mai chi, magari ne capisce qualcosa. In sostanza il Capo di stato maggiore della Difesa si è ridotto ad essere solo un segretario!".
"Ma non mi dire ... Da sempre è stato così!" disse Max esplodendo in una fragorosa risata "se i politici avessero dato ascolto agli esperti,  saremmo rimasti la quarta potenza economica mondiale".
"Se... mo abbiamo pure l'esperto di alta finanza. Un esperto di zombie; un esperto di Economia; sono proprio in una botte di ferro".
"Ivan pighiatillo in to culo" dissero all'unisono Eddie e Max.
"Comunque ragazzi date una letta a queste due mail che, tra l'altro, sono le ultime. La testimonianza oculare dell'inizio della fine".

Da: vecchio122@tormail.org
A: visi123@tormail.org
Data: 12/11/2007 - 20.15
Oggetto: Ordine Evacuazione.

Caro Rolando, 
Oggi, dopo circa sei mesi dalle prime direttive, ho ricevuto l'ordine di evacuazione della base.
Entro 72 ore dovrò lasciare questa istallazione e dirigervi verso Firenze. Come puoi immaginare gli uomini hanno i nervi a fior di pelle, perché molti di loro non hanno notizie delle loro familgie da giorni. Ho anche avuto un paio di diserzioni, due caporalmaggiori, che di notte hanno tolto le tende.
Il comando non mi dice niente, in merito a quanto sta succedendo, ed io non so più cosa inventarmi con gli uomini. I soldati, come ben saprai, sono persone spicce, quasi rudi, ma di certo non sono scemi; alcuni hanno quasi torturato il precedente tecnico informatico, per costringerlo a indagare, mediante la rete,  su cosa sta succedendo all'esterno. Mi hanno riferito che circolano filmati e voci di zombie, di pazzi cannibali, di morti che attaccano i vivi. 
Ho visto personalmente alcuni di quei video, e personalmente li reputo dei falsi. Non ho avuto comunicazione dal Comando Generale della NATO, circa l'utilizzo, da parte dei terroristi, dell'arma biologica trafugata tempo fa. O forse mi sbaglio?!.
Qui in zona nessuno riferisce di tali assurdità. Lo so perché, in violazioni agli ordini, intrattengo dei rapporti con le autorità civili locali; l'ultima cosa che vorrei è un sit in davanti alla base. Con la tensione che c'è tra i militari qualcuno potrebbe fare una cazzata, ed io non passerò alla storia come il comandante che ha fatto sparare sulla folla.
Ti prego di farmi sapere qualcosa di più qualora tu sia in possesso di altre notizie.
Con la stima e l'affetto di sempre, Sergio.

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Da: visi123@tormail.org
A: vecchio122@tormail.org
Data: 12/11/2007 - 22.17
Oggetto: R: Ordine di evacuazione

Sergio,
mi duole dirti che ti sia sbagliato. L'arma è stata usata! 
E' stata usata, non solo da noi, ma praticamente in ogni Stato dell'emisfero occidentale. Hanno posto in essere metodologie diverse per l'utilizzo; in alcune nazioni hanno contaminato l'acqua, in altre dei terroristi si sono infettati diventando untori, in altre con attacchi con esplosivi.
Così facendo, riuscivano a non dare dei punti di riferimento per la prevenzione. Da noi si sono inventati forse la forma di diffusione più terribile ed efficace che mai si è visto e sperimentato;  Contaminando una ingente quantità di droga, eroina e cocaina principalmente, hanno colpito dove eravamo più deboli, dove non potevamo prevenire. Sai quanti consumatori di droga abbiamo in Italia? Migliaia, distribuiti su tutte le età e classi sociali, razze e professioni. Geniale! Era impossibile, avere un esatto profilo e la portata del reale pericolo.
Le prime città ad infettarsi sono state, manco a dirlo, Roma, Milano, Bologna, Napoli, Bari, e tutte quelle dove il consumo di stupefacente è elevato. Qui a Roma il caos è totale; interi quartieri infettati, forze dell'ordine lasciate allo sbando senza ordini, addirittura reparti militari, che dovevano essere in teoria sterili, contagiati. I politici sono tutti fuggiti. Lasciatici senza direttive, molti comandanti di distaccamenti hanno iniziato a fare di testa loro. Sergio questo è l'inizio della fine!
Ormai abbiamo perso il controllo della situazione; ti risparmio il racconto delle atrocità che vengono commesse, sia da parte degli infetti, che da parte delle persone sane, nei confronti di chiunque capiti sotto le loro mani.
Ad ogni modo circa i tuoi ordini posso dirti, che ti recherai a Firenze, dove preleverai alte personalità civili e religiose; Successivamente ti verrà comunicato di recarti a Livorno dove dovrai imbarcarti. Non so dirti quale sarà la successiva destinazione. Se non dovesse esserci nessuna nave ad aspettarti, a queste coordinate Lat.43.57129 Long.10.39387, vicino al lago, c'è un nostro bunker segreto. Rintanati e sopravvivi.
Da amico ti consiglio a questo punto di dire la verità ai tuoi uomini, perché stai per affrontare un viaggio verso l'inferno; se non li avrai tutti con te, non andrai molto lontano.
Esperti dicono che l'infezione avrà colpito tutta l'Italia entro i prossimi 4 giorni. Leva le tende il più presto possibile. Ancora mi sento in dovere di dirti di non fermarti mai, e per nessuna ragione, a prestare soccorso a nessuno. Non prendere con te persone che potresti trovare lungo la strada, per il bene del tuo reparto. Non immagini quanto sia tremenda questa piaga.
Amico mio, questo è un addio, il mio bunker è assediato! non credo che riusciremo a resistere a lungo; ho principi di infezioni pure all'interno di questo ultimo baluardo.
Con il più grande in bocca al lupo, ti saluto amico mio, certo che non ci rivedremo più.
Rolando.

I tre erano ammirati, dal valore dimostrato da Rolando. Immaginare il Capo di Stato Maggiore della Difesa dello Stato italiano che combatteva, nonostante la certezza della morte e del fallimento della sua ultima disperata difesa,  dava loro nuovo vigore e voglia di andare avanti. Di sopravvivere!
"Eddie, come siamo messi a scorte? Intendo armi, cibo, mezzi!" chiese Ivan;
"Armi zero, cibo per noi tre almeno un mese; mezzi uno solo, un ariete con mezzo pieno di carburante".
"Ok. Allora domani mattina carichiamo tutto il possibile sull'ariete,  e torniamo da Macchiavelli. Con tutte queste informazioni, primo non ci fucila, secondo vediamo cosa decide".
"Ma vengo anche io? no perché ragazzi io sono solo un tecnico informatico; non ho nessuna domestichezza con le armi; non sono un soldato, sono cagionevole di salute .."
"Infatti, tu sei il nostro esperto di questo schifo, una risorsa preziosa, e verrai protetto a dovere" replicò Ivan, interrompendo le banali scuse che Eddie tentava di dare per non muoversi da lì.

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