mercoledì 23 ottobre 2013

Macchiavelli

Ivan si incamminò verso gli uffici della fabbrica, dove era sistemato il centro comando di quella specie di reparto.
Pensava a cosa raccontare al capo, per evitare di pulire i cessi e per riuscire ad andare a letto. Era distrutto.

Non fece in tempo a bussare alla porta dell'ufficio che una voce, proveniente dall'interno, gli intimava di entrare. Seppure la voce era femminile, il tono, freddo secco e perentorio, non lasciava nessuna speranza.

Dio sono fottuto, questa mi sbrana, pensò, e ingoiando la saliva entrò.

-Assistente Zamorano, è un piacere averla di nuovo con noi, le spiacerebbe usarmi la cortesia di dirmi dove è stato in queste 24 ore?

Il primo dirigente Silvana Veneto, era seduta alla sua scrivania, intenta a leggere dei rapporti, parlò senza degnare Ivan di uno sguardo.
Aveva circa 48 anni e da sempre era stato un funzionario di Polizia, ed aveva sempre diretto commissariati di provincia. Nulla di particolarmente esposto alla criminalità; ma tutto sommato era una tipa in gamba e preparata. Ora il fardello che aveva sulle spalle, avevano fatto in modo che invecchiasse più velocemente; mostrava più dell'età che aveva, erano comparse delle tremende occhiaie e delle profonde rughe sul suo volto, che ne deturpavano i piacevoli lineamenti.
Ivan provò compassione per quella immagine, ma pensò che nessuno avrebbe potuto essere immune dalle ferite fisiche e morali, che questa nuova realtà portava. Non riusciva a spiegarsi perché, la figura che aveva d'avanti, era chiamata da tutti Macchiavelli.

-Dottoressa, comandante, mi sono perso mentre tornavo dalla ricognizione.
- L'unica persona di questo reparto che ha una specializzazione in navigazione ed orientamento, si perde?! Per di più in una zona che conosce bene?

Rispose in tono sarcastico, senza staccare gli occhi dal rapporto che stava leggendo.

- A quanto pare, può capitare, rispose Ivan.
- La smetta di dirmi stronzate, crede di parlare con una cerebrolesa? Urlò, alzandosi di scatto dalla sedia e sbattendo con forza entrambe le mani sulla scrivania.
- Cosa cerchi la fuori? Chi speri di trovare? Li fuori ci sono solo quei dannati mostri cannibali, e qualche sopravvissuto senza cervello. Continuò sempre più adirata.

Dopo qualche minuto di silenzio, aspettando una risposta da parte di Ivan, che non arrivò, si lasciò cadere spossata sulla sedia e con tono quasi implorante disse:
- ho cancellato troppi nomi, dall'elenco del personale a disposizione, non voglio cancellare anche il tuo, per una tua fissazione.

- Quel nome lei lo ha cancellato 6 anni fa, comandante. Rispose Ivan, con rabbia.

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