martedì 26 novembre 2013

CORRISPONDENZA 2

Da: visi123@tormail.org
A: vecchio122@tormail.org
Data: 05/05/2007 - 21.30
Oggetto: Siamo nella merda!

Caro Sergio,

scusami per la mail che ti ho inviato poche ore fa. Sono stato costretto a essere così testa di cazzo! Ho paura che le mail vengano intercettate, qui è il delirio! per questo ho deciso di scriverti attraverso il deep web.
Siamo nella merda più totale Sergio; abbiamo giocato a fare Dio ed ora ne pagheremo le conseguenze. Ma procediamo con ordine.
Ho saputo, da amici, che una potenza alleata, ha condotto studi circa l'utilizzo di un fungo ed un parassita, per l'impiego come arma batteriologica non convenzionale, contro quei nemici, che si fossero dimostrati particolarmente ostici.
Il fungo in questione è il Cordyceps Unilateralis, un fungo che trasforma le formiche in zombie; Il parassita, invece, è il Phorid Borealis Apocephalus Fly; attacca le api, privandole di volontà, facendo loro compiere azioni che mai farebbero; di fatto, trasformandole in zombie.
Per avere una idea di cosa sto parlando, basta che tu faccia una ricerca con Google e vedrai!
Scienziati (?) stavano studiando, tramite ingegneria genetica, come modificare i DNA di questi due cosi, per utilizzarli sul campo di battaglia.
Le potenzialità erano incredibili; far compiere ai nemici azioni contro la loro volontà, e vincere le guerre senza neanche affacciarsi al campo di battaglia, una scoperta bellica senza precedenti. Però qualcosa deve essere andato storto, dalla unione dei due ne è nato un organismo, non voluto. Questi, entrando nel circolo sanguigno dell'ospite, per il quale è stato progettato, in questo caso l'uomo, si va a piazzare nel cervello, esattamente alla base dell'encefalo, nel cervelletto, iniziando a moltiplicarsi molto velocemente.
Quando la quantità virale ha raggiunto la quantità critica, inizia ad uccidere tutte le parti del cervello che sovrintendono le azioni consapevoli dell'ospite.
Il contagiato così diviene uno zombie. Non ha volontà, se non quella voluta dall'organismo parassita, cioè quello di sopravvivere, contagiando quanti più ospiti possibili. Il contagio avviene esclusivamente attraverso il contatto con saliva, poiché in quel liquido, e non si sa ancora perché, si hanno concentrazioni di virus altissime.
Esperimenti, su cavie di Guantanamo (e vaffanculo alla convenzione di Ginevra e ad altre mille leggi), hanno dimostrato che gli uomini infettati dal organismo fungo-parassita, si trasformano in mostri che azzannano tutto ciò su cui mettono le mani; si crede che questo atteggiamento, derivi dal fatto che il parassita debba riprodursi, contagiando altri esseri umani.
Questo è quanto conosco. Al momento gli studi stanno proseguendo.
Non si sa come, ma una quantità imprecisata di questo organismo sia stato rubato, e si teme possa essere usato da qualche folle.
Gli ordini che ti sono stati dati, sono finalizzati ad impedire una eventuale epidemia all'interno della base. Se dovesse succedere che l'arma fosse usata, Dio ci aiuti, tutti quelli che sono fuori dai luoghi sigillati, sono da considerarsi potenzialmente infetti e pertanto pericolosi.
Anche noi stiamo emanando le stesse direttive ai nostri soldati; stiamo sigillando l'intera città di Roma. Che stronzata! sigillare una città di circa sei milioni di persone, impossibile; chi comanda vuole così e non mi danno retta.
Sergio, questa volta abbiamo veramente pisciato fuori dal vaso. Questa volta saranno veramente cazzi amari.
Se dovessi avere altre novità mi premunirò di avvisarti stesso mezzo, affinché tu possa cavartela.
Ti abbraccio. Rolando
 
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Da: vecchio122@tormail.org
A: visi123@tormail.org
Data: 05/05/2007 - 22.30
Oggetto: Re: Siamo nella merda!

Rolando,
ma che cazzo stai dicendo? Zombie, parassiti, funghi? ma davvero questi coglioni hanno fatto una cosa del genere?
Mio Dio! mi rifiuto di crederci. Non riesco a immaginare chi possa essere stato così coglione da avallare una ricerca del genere; chi può essere così stupido da produrre una grande quantità di quella merda, senza prima sapere che effetto avrebbe avuto?
Scusami Rolando sono inorridito e incazzato nero! Ti scrivo in un altro momento, non voglio scaricare su di te la mia frustrazione.
Ciao, Sergio.

Ivan e Max erano i fantasmi di se stessi. Lo stesso Eddie, che già aveva avuto modo di leggere il tutto, accusava ancora il colpo. La consapevolezza, che la loro vita era stata stravolta per colpa di politicanti da strapazzo, da scienziati alquanto discutibili, era stato un colpo troppo pesante da incassare senza conseguenze.
Come sempre, era stato l'uomo la causa principale per la sofferenza dell'umanità.
"Dobbiamo riferire quanto scoperto a Macchiavelli" disse Ivan "magari lei ha avuto ordini simili; magari da qualche parte c'è ancora una catena di comando".
"Giusto! partiamo subito" replicò Max.
"Fermi tutti, voi due non andrete da nessuna parte almeno per il momento"; lo sguardo interrogativo dei poliziotti, consigliarono a Eddie di fornire una spiegazione, se non voleva che i due potessero interpretare male la cosa e, sentendosi minacciati, eliminarlo.
"tra un po' qua furori ci sarà uno zombie party e se uscite voi diventereste l'aperitivo".
"Zombie party?" chiesero;
"Tra un po' gli altoparlanti della base suoneranno l'alzabandiera, e tutti i mostri nel raggio di due kilometri verranno qui. Una piccola precauzione da parte mia! Gli eventuali vivi nei paraggi, penseranno che la base è operativa e se ne staranno alla larga. Chi si metterebbe contro dei soldati dopo dover combattere con i mostri che assediano la base?".
"Ma noi non abbiamo visto zombie assediare l'esterno quando siamo entrati" chiede Max;
"Beh non so perché ma dopo quattro o cinque ore se ne vanno. Forse non percependo rumore, capiscono che qui dentro non c'è nessuno.... boh".
I tre decisero di riposare. Infondo quello era un posto abbastanza sicuro e disponevano di comode brande con coperte dalla parvenza pulite. Avrebbero continuato la lettura successivamente, e il rientro dal comandante ancora più a lungo. L'attività di intelligence doveva proseguire, se poi era anche abbastanza comoda, tanto meglio.

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