giovedì 21 novembre 2013

GITA NOTTURNA

Uscire di notte a piedi da solo, pensò Ivan, non era stata una buona idea. Contava di recuperare qualche mezzo lungo la strada, l'autostrada dei laghi non era tanto lontana, e come aveva avuto modo di constatare mentre rientrava dalle precedenti missioni, era piena di autovetture. Sicuramente trovarne una che funzionasse, si sarebbe rivelato un gran bel colpo di fortuna, ma ci tutto sommato ci sperava. Se la dea bendata non lo baciava, avrebbe raggiunto a piedi la sua meta.
 
"Ma che cazzo mi è venuto in mente? se Max e Macchiavelli lo vengono a sapere, questa volta mi fanno la pelle sul serio. E poi dove minchia sto andando? Fanculo; sia quello che deve essere", pensò mentre camminava ai margini della strada, per rendersi il meno possibile visibile ed avere allo stesso tempo una via di fuga. Aveva percorso circa una decina di kilometri quando si imbatté nei primi due mostri, due uomini, che indossavano ancora le loro lerce divise del centro commerciale Iper.
Uno aveva il segno di morsi sulla guancia, l'occhio sinistro era fuori dall'orbita appeso sullo zigomo mantenuto solo dal nervo ottico.  Ivan pensò che il tizio non era morto da tanto, altrimenti il nervo si sarebbe putrefatto e l'occhio caduto. Al secondo, invece, mancava completamente la parte del braccio destro amputato di netto all'altezza del gomito; Non presentava altri segni di morsi o  ferite. Ivan riteneva che probabilmente quel disgraziato fosse stato morso alla mano, o in qualche parte del pezzo che mancava, e che si sia amputato o gli abbiano amputato il braccio, per dargli qualche speranza,. ma a quanto pare questa speranza era stata mal riposta.

Provava quasi invidia per quei due, li riteneva fortunati per non aver visto e provato ciò che lui ha provato e vissuto. Morendo subito si erano risparmiati molte sofferenze.
"Per fortuna che non gli ho restituito il silenziatore al mio socio, non avevo proprio voglia di fare un casino con l'arma ed è assolutamente fuori discussione eliminarli con il coltello" si disse mentre avvitava il prezioso aiuto sulla sua arma. Usci dall'ombra facendosi notare dai due zombie, che, vistolo, si avviarono verso di lui presi da una improvvisa euforia.
"Proprio come le mosche sulla merda, appena vedono cibo si catapultano" pensò mentre mirava alla fronte del primo, quello senza braccio. Riteneva saggio eliminarlo per primo non sapendo bene il perché.
Fece fuoco e sulla sua fronte del bersaglio, comparve un buco cal 9x19, mentre una gran parte della parte posteriore della calotta cranica esplose. Cadde a terra come fosse un pupazzo alimentato a corrente, a cui viene tolta improvvisamente la spina.
Mirò alla seconda testa e fece fuoco. Eliminò il secondo zombie senza particolare difficoltà. Sorrideva pensando che, se ai suoi tempi i criminali fossero stati ebeti come questi mostri, il suo lavoro sarebbe stato veramente semplice.
 
Improvvisamente due mani lo afferrarono alla gola e lo trascinarono all'indietro, stringendolo sul collo. Si stava avvicinando alle fauci del mostro, alla fine della sua vita, quando improvvisamente la forza che lo tirava indietro cessò, le mani che pochi istanti prima lo ghermivano, si sciolsero da quel fatale abbraccio e lo lasciarono libero.
Girandosi vide la testa dello zombi deformata all'impatto col proiettile che lo aveva colpito, e notò un movimento alla sua sinistra.
Puntò d'istinto l'arma in quella direzione e poco prima che premesso il grilletto, si rese conto che era Max; Stava avanzando verso di lui, con uno sguardo che avrebbe fatto spaventare anche Hulk..
 
"Ma che cazzo ci fai qui? cerchi funghi" chiese Ivan abbassando l'arma, "in altre occasioni ti avrei preso a calci nel culo; mi sarei incazzato come una bestia perché mi seguivi, ma visto che mi hai salvato la pelle farò finta di niente e ti ringrazio amico" disse avvicinandosi a Max porgendogli la mano.
Per tutta risposta Max gli assestò un vigoroso cazzotto in volto facendolo cascare all'indietro, sulla schiena, mandandolo gambe all'aria.
"Ma sei scemo? Se hai deciso di suicidarti è più semplice che ti pianti un proiettile, in quella fottuta testa di cazzo, piuttosto che uscire di notte a piedi!" gli ringhiò Max assestandogli un calcio al torace tanto per sottolineare quanto fosse arrabbiato.
"Oh falla finita so badare a me stesso, avevo solo bisogno di uscire un po, e dovevo mettere in pratica un consiglio di mia madre" rispose Ivan toccandosi la faccia, massaggiandosi la parte del volto colpita da pugno, mentre si rialzava.
"Uscire un po? Consiglio di tua madre? Senti brutto stronzo, se stai per sbarellare ti prego di avvisarmi, così mi regolo di conseguenza. E poi ho visto come sai badare a te stesso! Qualche secondo ancora e diventavi lo spuntino di mezzanotte di questo merdoso qua" gli disse Max, indicando con la canna dell'arma, lo zombi che aveva fatto fuori poco prima.
"Porca puttana c'è mancato poco; non l'ho visto ne sentito sto fetente" si rammaricò Ivan.
"Dimmi ora che si fa? Torniamo indietro?" chiese Max
"Guarda quei due li, hanno le divise del centro commerciale Iper, quello con l'occhio appeso, non è morto da molto, quindi, penso che l'Iper non sia tanto lontano, possiamo andarci; Mi ricordo che di fronte, c'era una base militare della NATO. Diamogli una occhiata magari ci troviamo qualcosa e se è in buone condizioni, possiamo spostare la nostra base lì" argomentò Ivan. 
"Ok è ufficiale tu sei tutto scemo; Non voglio nemmeno immaginare cosa pensava il tuo dirigente quando eri un normalissimo sbirro, nella vita precedente" rispose Max,
"Beh poi chiederglielo. Il mio dirigente era Macchiavelli", disse ridendo Ivan.
 
Si incamminarono, verso la destinazione scelta. Non trovarono particolari problemi, solo una decina di zombie vaganti che, eliminarono, senza problemi grazie alla buona gittata delle armi. I mostri cadevano senza nemmeno rendersi conto da che parte proveniva il proiettile.
"Senti ma cose è sta cosa del consiglio di tua madre?"
"Lascia perdere Max non capiresti, tu sei figlio di madre ignota! Una brava donna sicuramente, ma sempre ignota".
"Oh Ivan sei proprio un Trimone (espressione dialettale pugliese, dal significato di stupido, stronzo) con la T di tabacchino" disse Max ridendo di gusto.
"Guarda Max ecco la base NATO. Entriamo e speriamo di trovare qualcosa di buono almeno Macchiavelli non ci tritura i coglioni per la gita che abbiamo fatto".

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